La narrativa a base ideologica difficilmente risulta essere buona narrativa -- come la maggior parte della produzione di epoca sovietica dimostra ampiamente. La difficoltà di coniugare i due registri (quello diciamo così "propagandistico" e quello narrativo) risulta, almeno a me, indipendente dal mio condividere o meno le basi etiche ed ideologiche dell'autore.
Il (per fortuna) breve romanzo Fumisteria è un ottimo esempio di tale problema. Mentre non posso che ammirare profondamente il coraggio di chi all'epoca si batté per la riforma agratia e contro mafiosi e gabelloti, nonché contro l'iniquità degli eventi attorno alla strage di Portella della Ginestra da parte della banda Giuliano, una narrazione attorno a questi fatti non è sufficiente a rendere buono un romanzo mediocre.
Il tessuto narrativo di Fumisteria zoppica alquanto, soprattutto il tentativo di creare una trama da "romanzo giallo". È evidente come lo svolgimento della narrazione sia guidato più dal bisogno di citare i fatti storici a cui l'autore intende sin dall'inizio far riferimento, nonché di "dimostrare" il coraggio dei personaggi, che da esigenze "proprie", interne alla trama, col risultato che dopo un po' la trama risulta inconsistente e pesante da seguire. Vi sono inoltre nel testo diverse, piccoli, ma fastidiosi errori che distruggono inutilmente quella "sospensione dell'incredulità" che è necessaria perché il lettore possa lasciarsi trasportare da qualsiasi opera narrativa, scritta o recitata. Parlare di un Carabiniere che lavora in Questura fa domandare al lettore se l'autore sia mai entrato in una Questura, e nel leggere che uno dei protagonisti sconta in carcere una pena con la condizionale ci si domanda se l'autore sappia cosa sia l'istituto della condizionale e perché abbia ritenuto necessaria citarlo. Sono errori che denotano una sciatteria incomprensibile nonché inutile. Sulla stessa linea, l'amico del cuore della vittima, che va a parlare con la protagonista alla fine del libro usa un linguaggio forbito, per nulla credibile in bocca a qualcuno presumibilmente semi-analfabeta -- linguaggio che però chiaramente serve all'autore per esprimere le tesi "politiche" che sono la vera base del libro.
Letto come un pamphlet politico Fumisteria può far risuonare alcuni lettori che ne condividono le posizioni (anche se non ha fatto affatto risuonare il sottoscritto). Letto come un romanzo, ancor più come un romanzo giallo, semplicemente non funziona.