Un libro che ha suscitato commenti estremamente contrastanti, sia fra il pubblico che da parte della critica. Alcuni sembrano averlo amato, e ne parlano in toni lirici. Altri sembrano averlo odiato, e ne parlano come di “trash” letterario. Io sicuramente mi iscrivo alla prima categoria, avendolo trovato un libro intenso e coinvolgente.
Probabilmente (sicuramente?) vi sono degli elementi di proiezione personale, non ultimo a causa dell’essere l’autore del libro un giovane fisico. Al di là di questo (io sono fisico, ancorché non più giovane da un pezzo), per chiunque abbia vissuto un’adolescenza (e poi una giovinezza) in cui si sentiva “diverso”, spesso in quanto considerato bacchettone per il semplice fatto di essere interessato ad argomenti che spesso erano molto diversi da quelli dei propri coetanei, è probabilmente quasi automatico identificarsi nei personaggi del libro.
L’aspetto che forse mi ha più sorpreso è la sorprendente maturità del libro, la capacità di descrivere emozioni che molti di noi sono riusciti a razionalizzare, a guardare, solo con l’età matura. Trovare questa capacità in un autore così giovane, in un “primo romanzo”, è stata un’inattesa scoperta. Un giovane autore che, con intelligenza e sensibilità, ha saputo evitare facili lieti fini che avrebbero forse reso il libro più commerciale, ma allo stesso tempo meno intenso.